dolcetti per deliziare l'anima

e dolcezze per scaldare il cuore

sablés al maccha

ieri sono uscita col cappotto. giuro. è stata una scelta drammatica, contro la quale ho lottato fino all’ultimo, invano. non so quanti gradi c’erano, ma il vento era implacabile e la pioggia intermittente molestissima: ho dovuto arrendermi. il cappotto a fine maggio, spettacolare! molti brontolano, io mi astengo: la primavera è dispettosa, va presa così, non c’è niente da fare, con una risata sonora. comunque ci sono molti aspetti positivi: le piante luccicano lussureggiando di un verde felice, le rose sono pura magnificenza sotto il cielo grigio e… si possono fare i biscotti! sono incorreggibile, riesco sempre ad approfittare dei più strampalati ritagli di occasione per sfornare dei biscotti. ovviamente, ho scelto una ricetta adeguata al contesto, che peraltro non facevo da troppo tempo: i sablés al maccha. sono famosissimi in rete, e c’è una ragione: sono eccentrici e bellissimi. ora, non so voi, ma io e il tè siamo inseparabili: considerate che sono capace di berlo caldo con 30° fuori (e in realtà non sono poi così matta: dopo l’effetto shock iniziale è sorprendentemente dissetante, con effetto speciale “depurazione mistica”), figuriamoci se non aprofitto di questo freschino. e poi, il sapore del maccha è di una densità e umidità decisamente primaverile, con la lucentezza del colore verde ulteriormente amplificata dalla luce argentata. un’ottimo connubio di freschezza e comfort per celebrare languidità e bizzarria primaverili. la ricetta che vi propongo l’ho elaborata a partire da quella di Tuki, che non riserva mai brutti scherzi, correggendo tuttavia significativamente le dosi di tè (raddoppiate) e di zucchero (dimezzate): a me piacciono belli verdi anche nel sapore, e solo delicatamente dolci. possono spaventare a primo impatto per presunto eccesso di originalità ma io in questi giorni li ho fatti provare a tutti, con risultati inaspettatamente entusiasti: ero la prima a pensare che potessero lasciare interdetto un palato non avvezzo! ma sono i preferiti di mia mamma, che il tè, lo detesta.

 

P.S. perché io lo chiamo “maccha” e non “matcha”? il motivo è molto semplice: la prima è la traslitterazione linguisticamente corretta (sistema Hepburn), mentre la seconda è una traslitterazione adattata per la lingua inglese in modo da facilitare una lettura adeguata dal punto di vista della pronuncia anche a chi non possiede alcuna nozione sulla lingua giapponese. dato che in lingua italiana è più facile leggere correttamente il metodo di scrittura più preciso nei confronti della lingua originale, io scrivo “maccha”. ;)

 

sablés al maccha

(25 – 30 biscotti)

 

45 g di zucchero a velo

10 g di maccha (3 cucchiai)

140 g di burro

220 g di farina debole di tipo 0

3 tuorli

50 g di zucchero

 

ARBITRARIAMENTE il tè maccha può essere sostituito con pari peso di altro tè verde polverizzato finemente (rigorosamente a partire dalle foglie!): io consiglio tè dal sapore deciso, come un bancha o uno scented (jasmine e osmanthus per esempio)

 

CON CURA usare un tè da cerimonia in un biscotto è drammatico, perché la cottura aggressiva in forno distrugge quelle sfumature aromatiche che lo rendono tale, tuttavia deve trattarsi comunque di un té di buona qualità altrimenti l’aroma finale, già difficile, risulterà irrimediabilmente compromesso (per esempio molto astringente o amaro)

 

SENZA FRETTA prima di iniziare acclimatare le uova, lasciare ammorbidire leggermente il burro e foderare 2 teglie di carta da forno

 

  1. in un recipiente capiente setacciare il tè e lo zucchero a velo
  2. unire il burro e sbattere con i ganci a velocità bassa fino ad ottenere una consistenza omogenea
  3. unire la farina setacciata e lavorare il composto con una spatola fino ad ottenere una consistenza sabbiosa uniforme
  4. aggiungere i tuorli incorporandoli energicamente con la spatola
  5. finire di lavorare il composto con le mani, impastando velocemente quel che basta a ottenere una palla dalla consistenza omogenea e soda
  6. avvolgere la pasta nella pellicola e riporla in frigorifero per 30′
  7. spianare la pasta tassativamente senza l’ausilio della farina (altrimenti la guarnizione di zucchero non aderirà), girandola abbastanza frequentemente, a uno spessore di 0,5 – 0,6 cm
  8. con uno stampino a forma di fiore (d 5 cm) ritagliare delle formine e passarle nello zucchero semolato cercando di ricoprirle su tutta la superficie il più uniformemente possibile
  9. infornare a 180° per 15 – 16′: estrarre quando la base dei biscotti comincerà a dorarsi un pochino
  10. disporre a raffreddare su una gratella

 

DULCIS IN FUNDO

 

per me il giorno dopo i sapori si assestano e sono ancora più buoni

al riparo dall'aria (l'deale è la scatola di latta) conservano consistenza e aroma per circa 7 giorni

 

SODALIZI trovo ridondante abbinarli con lo stesso tè di cui sono fatti e tuttavia con altri farebbero a botte, quindi vado di latte: una bella tazza di latte intero è una meraviglia di morbidezza con questi biscotti erbosi!

 

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